Questo è stato il tema centrale del Simposio Regionale sul discernimento convocato il 1° maggio a Viggiano con la partecipazione di tutta la Conferenza Episcopale di Basilicata, della pastorale della famiglia, della pastorale giovanile e delle Vocazioni.
Dopo una calorosa accoglienza, visione dei vari Stand, un momento di preghiera con l’Ora media. Quindi con la presentazione della giornalista di TV 2000, Gabriella Facondo, la numerosa assemblea si è messa “in ascolto dei nostri vissuti” iniziando dall’esperienza del giovane emigrato, alla chiamata sacerdotale, alla vita di consacrazione e alla famiglia con i vari problemi lieti e dolorosi che la vita ci presenta.
Ogni esperienza ha trovato un unico vertice: educare alla vita.
Camminando insieme ….. sia la famiglia, sia la Chiesa, sia la comunità sociale e di consacrazione devono convergere nell’unità riconoscendo la vita ricevuta come dono e sentire la responsabilità del proprio accompagnamento e accrescimento. Ogni strada deve riconoscere la propria chiamata in Cristo, riconoscere la fraternità universale e sentire la necessità di trasformarla in dono nell’incontro con gli altri, originando vita nuova.
Ognuno di noi ha una storia unica e irripetibile … ognuno di noi ha un incontro personale con il Signore con un susseguirsi di incroci, emozioni, sogni, paure, avvenimenti … e sempre siamo chiamati a scegliere una direzione da prendere e solo un incontro vero, concreto, può cambiare radicalmente la propria vita: è necessario conservarne la freschezza e la bellezza con il dono del discernimento che è necessario implorarlo con fiducia allo Spirito Santo e coltivarlo con la preghiera, la riflessione e il buon consiglio.
E’ da questa speranza sgorgata dal cuore di mons. Bregantini che la Chiesa continua a ringraziare la bellezza della chiamata al sacerdozio ministeriale: un grande mistero da cogliere e discernere nel silenzio del proprio cuore, mistero unico della Passione, morte e resurrezione di Gesù, figlio di Dio.
Un esempio ce lo dona la comunità della Parrocchia di San Rocco riunendosi il 2 giugno per ringraziare insieme all’arcivescovo mons. Ligorio, sacerdoti e seminaristi, i 20 anni di consacrazione presbiterale di don Cesare, infaticabile parroco nella vigna a lui affidata.
In don Cesare si sono avverate le parole che Dio disse ad Abramo: ”Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò”. Il Signore man mano ha acceso la sua Luce fino al giorno che fissando su di lui lo sguardo, lo amò e gli disse : “Vieni e seguimi ”. …. con una risposta di un SI’generoso, gioioso, che dopo vent’anni, gli fa sgorgare la sua personale preghiera: “Signore, fammi forte, fiero, coraggioso come un soldato. Dammi un’anima chiara come l’acqua e grande più dell’universo…. Dammi un cuore semplice e la fede assoluta di un bambino e che non mi lasci mai abbattere dalle delusioni. Fa’ che non mi dichiari vinto se non dal tuo amore”.
Scegliere la propria vocazione vuol dire compiere un pellegrinaggio interiore verso il centro di sé per scoprire come il disegno del Padre possa compiersi anche nella esistenza dei nostri adolescenti …. Dio continua anche oggi a chiamare per il Mistero presbiterale, per la vita religiosa di speciale consacrazione: è necessario avere orecchio attento e lo sguardo fisso su Gesù in tutte le proprie azioni quotidiane: gioco studio, amicizie … Molte volte i giovani si fanno la domanda: “come capire qual è la via, la scelta giusta? A noi discepole di Gesù eucaristico, sulle orme del Venerabile Fondatore, il compito di aiutare a scoprire, vivere, valorizzare tutto ciò che quotidianamente si vive con semplicità, con rettitudine, con gioia, assiduità nei due importanti sacramenti Riconciliazione ed Eucarestia, amore alla Madonna. A noi la testimonianza di una vita coerente consigliando ad ogni adolescente e giovane l’aiuto di una buona guida spirituale. Essere artigiani del discernimento comunitario avendo chiare idee che EDUCARE significa: ”PENSARE, SENTIRE, FARE”. DIVENTA CIO’ CHE SEI.. ricordandoci che nella vita “si è più beati nel dare che nel ricevere”.
Suor Maria Celeste