Come ogni anno, all’alba della domenica di Pentecoste, ogni comunità D.G.E. si è recata nella propria cappella, grande o piccola, e, intonato in tante lingue diverse il “Vieni santo Spirito”, ha dato inizio all’adorazione eucaristica: è meraviglioso come tutte le discepole si ritrovano a questo incontro unico, desiderato e ben preparato. Anziane e giovani, le discepole con il loro mantello bianco sentono vivo il pensiero del Padre Fondatore che per la Pentecoste così scriveva: “Lo Spirito Santo opererà in voi tale trasformazione senza nessun dubbio, se voi non ponete ostacolo all’opera sua. In primo luogo vi affiderete con confidenza filiale alla Madonna, che amerete con più intenso affetto; è la Padrona dell’opera nostra ed essa deve renderla accetta a Gesù.” (LMM pag. 93)
Papa Francesco stamattina, ricordando la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli nel Cenacolo, ha affermato che il Paraclito continua nel tempo a suggerire alla Chiesa e quindi, anche a noi discepole, di abitare il presente, senza nostalgie e timori, di cercare l’insieme perché chiamate a testimoniare nello Spirito Santo la bellezza dell’adorazione, del SI’ totale a Dio.
Nonostante il covid, è il tempo di portare la gioia del Risorto, è il tempo per riversare amore sul mondo: dal 1923 ad oggi il seme gettato con la forza prorompente dello Spirito e la guida della Madonna Santa, è stato sparso, con il vento dello Spirito, tramite tante discepole italiane in tutto il mondo… è marcito… ha prodotto frutti di tutte le lingue… Ora, come afferma Papa Francesco, lo Spirito Santo “non si sostituisce a noi”, ci ispira senza forzarci, si propone ma non si impone”.
”Lo Spirito Santo abita il presente” e, anche a noi discepole, lo Spirito, attraverso i suoi sette doni, ci dona il primato dell’oggi, contro la tentazione di farci paralizzare dalle amarezze e dalle nostalgie del passato, oppure di concentrarci sulle incertezze del domani e lasciarci ossessionare dai timori per l’avvenire. Lo Spirito ci ricorda la grazia del presente. Non c’è tempo migliore per noi: adesso, lì dove siamo, è il momento unico e irripetibile per fare del bene, per fare della vita un dono, per gridare al mondo che la consacrazione totale alla chiamata di Dio è il dono meraviglioso che lo Spirito presenta. L’unità nella Chiesa, spiega il Papa, non è mai uniformità, è concordia nella multiforme varietà dei carismi”. Anche gli apostoli erano molto diversi tra loro, “ma – osserva – quando ricevono lo Spirito, imparano a non dare il primato ai loro punti di vista umani, ma all’insieme di Dio”. Oggi, se ascoltiamo lo Spirito, ci sentiremo sempre più spinte all’unità, alla concordia, all’armonia delle diversità. Ci dà occhi nuovi per vedere splendenti le parti dello stesso unico Corpo e rinsaldarci nella comunione reciproca.
Suor Maria Celeste DGE