Signore Gesù il tuo cuore è sacro, perché sei l’Uomo-Dio
e credo fermamente che sia la sede degli affetti più belli e più santi.
Hai detto agli uomini di ieri, lo ripeti a noi oggi e anche a quelli che verranno:
“Imparate da me che sono mite ed umile di cuore”
Sei dunque il Maestro che ci garantisce di essere mite.
In Te non alberga violenza perché mansueto, amabile e dolce.
Ciascuno può ricorrere a Te con fiducia, senza alcun timore
e sentirsi sempre accolto con amore, se con lealtà ci si scopre.
Sei il Maestro che ci dà animo in ogni caso, perché sottolinei
di essere umile di cuore, cioè pieno di comprensione, di amore,
di solidarietà, di accoglienza, ricco di bontà, di misericordia
e, immedesimandoti, metti al centro ogni povero interlocutore.
Questo tuo divino atteggiamento, il Venerabile Raffaello Delle Nocche incarnò
e lo pose a fondamento dello spirito su cui elevare il bell’edificio del “discepolato”
di ciascuna sua figlia, congiunto all’amore vero per la propria croce quotidiana
e all’impegno per rendere visibile il distintivo che deve distinguerla: la carità.
I tre elementi che Egli accoglie e raccomanda, se vissuti in ogni situazione
e in tutte le azioni della propria vita con amore, altrimenti “invano esse
spereranno di raggiungere la perfezione a cui sono chiamate” sottolinea,
considerando che la sua parola, realmente vissuta, garantisce tutto ciò.
Signore Gesù, anch’io sull’esempio del tuo discepolo Tommaso,
profondamente contemplando la trafittura del tuo fianco,
voglio ripetere con fede e adorazione: “Mio Signore e mio Dio”!
e chiedo il tuo aiuto perché guardi sempre a Maria come modello.
Sì, Lei, fu la tua prima discepola, ed è l’unica nostra Madre amabile.
Portava con te la croce quotidiana spendendosi nell’anonimato e
nel Cenacolo con la sua presenza rifece la comunione e, sulla Chiesa nascente
fatta una nella preghiera, irresistibile il fuoco dello Spirito vi discese.
E quel gruppo da timido, sparuto, infedele, per paura rinchiuso, sbarrato,
come da fiamme, invasato, esce impavido e la Parola risuonando molteplice
gli ascoltatori unanimi chiedono come riparare il loro peccato, e Pietro:
“Credete e lasciatevi battezzare nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito”.
Facendo memoria del passato ho l’impressione che tra noi come tra i fedeli
l’amore per il tuo cuore almeno devozionalmente sembra sia un po’ scemato.
In nome di uno snellimento, rendiamo un po’ corta la memoria del passato
che certamente non va a piè pari ripetuto, ma creativamente rinnovato.
Ti benedico, o Padre e con Te benedico lo Spirito d’Amore e la Vergine del SI’.
Benedico Te o Padre, perché sei l’Autore di ogni dono perfetto.
Benedico Te Spirito d’Amore che hai plasmato il cuore del Verbo.
Benedico te, o Maria, che, con il tuo sì d’amore, ci hai donato il S. Cuore.
Amen, Alleluia!
Sr Aurea DGE
Roma, 01.06.2021