Con queste parole mi accingo ad esprimere la mia esperienza vocazionale. Fin da piccola ho frequentato l’azione cattolica nella mia parrocchia di Croce Santa. Il mio parroco, don Felice Canelli, usava raccogliere i fanciulli per la preghiera e per i momenti ricreativi, insieme alle Suore, nel cortile della parrocchia. Egli era molto amico del nostro fondatore Mons. Delle Nocche, condividendo insieme la spiritualità apostolica, per questo Don Felice ha voluto le suore Discepole nella sua parrocchia. Un pomeriggio, mentre noi, piccoli e grandi, eravamo riuniti nel cortile per giocare, passò tra di noi un Vescovo che le suore chiamavano Monsignor Delle Nocche, loro fondatore. Passeggiava tra di noi bambini. Noi baciavamo la sua mano e lui ci benediceva e ci accarezzava. Ad un tratto si fermò vicino a me, mi pose la mano sul capo e mi disse: «Tu sarai una delle nostre». In quel momento non capii cosa volesse dire con tali parole.
Fu per me una “profezia”. Cammin facendo sentii dentro di me che il Signore mi chiamava alla speciale consacrazione. Poiché ero una ragazza vivace, mandavo via ciò che Monsignore mi aveva detto, pensando che fosse per me una tentazione e cercavo in mille modi di allontanarmi dalle suore e dalla parrocchia. Andai a lavorare dalla sarta; dopo alla cereria fondata dal nipote di Don Felice, che voleva dare un’ impronta religiosa. Andavo con piacere ed ero benvoluta e apprezzata dai superiori. Un giorno mi dissero: «La prossima volta ti aumenteremo lo stipendio». Fu allora che pronunziai per la prima volta: «A me non importa, perché io devo farmi suora». E il superiore mi disse: «Tu ti farai suora quando io mi farò monaco!» Così piano piano cominciavo a capire la profezia che mi aveva fatto il Padre quando mi aveva detto: «Tu sarai una delle nostre». Dopo qualche mese andai a fare gli esercizi spirituali organizzati dall’Azione Cattolica e qui decisi di partire per Tricarico, d’accordo con la superiora Sr Olga, lasciando la mia cara famiglia e un fratello di tre anni, che avevo cresciuto con tanto amore. Ero la primogenita e sono stata sempre amata e accompagnata in tutte le attività da me proposte. Arrivai a Tricarico alle ore 17.00, accompagnata dalle sorelle del Consiglio che ritornavano da Santa Croce. Insieme andammo a salutare il Padre, io non mi rendevo conto di dove mi trovavo. Era il 22 ottobre del 1960. Il Padre, quando mi vide, disse: «Consiglia, ti raccomando di essere sempre allegra». Con queste parole mi accompagnarono a Santa Chiara; ed io ho cercato di tenere sempre allegra tutta la compagnia. Quando qualche nube attraversa la mia anima, ricordo sempre le parole del Padre. Sono trascorsi 59 anni dalla mia consacrazione, non ho avuto mai alcun ripensamento. Sono contenta di essere Discepola di Gesù Eucaristico. Ho amato sempre la mia Congregazione. I superiori che si sono alternati nel corso degli anni mi hanno sempre stimata, amata, accompagnata. Lodo e ringrazio il Signore perché ho conosciuto il Padre fondatore, che è stato per me il punto fisso di gioia e allegria da portare a tutti: bambini, genitori e tutte le comunità che ho incontrate nel corso dei miei anni e continuerò ancora, nonostante i miei limiti, a rendere gioiosa la mia comunità. GRAZIE.
Sr Felicina Palma