Tramite mia sorella Ester avevo conosciuto le suore Marcelline e il mio pensiero era andato a loro, poi l’ho rifiutato perché avevano rifiutato di accogliere mia sorella, per motivi di salute. Il Signore ha permesso così, perché aveva previsto un’altra strada per lei, quella del matrimonio. Ho conosciuto le Discepole alla processione del Corpus Domini, col mantello e il velo bianco. Ho sentito un colpo dentro di me. Il mio direttore spirituale, don Raffaele Mastria, mi ha invitata a partecipare al Gruppo delle Oasine, che si incontravano dalle Suore Discepole e la responsabile era Sr Franca Mastrangelo, suora giovane piena di entusiasmo. Ogni domenica ci incontravamo e così una di queste domeniche decisi di parlare con Sr Franca del mio desiderio di essere suora Discepola; mi ascoltò con interesse e mi disse di pregare e di lasciarmi guidare dal mio direttore spirituale, che era anche il confessore della comunità, e così feci. Già da 4 anni lavoravo come commessa in un grande negozio, i proprietari del negozio avevano due bambine, che frequentavano la scuola d’infanzia delle Discepole. Mi chiesero di accompagnare le bambine a scuola e io con grande gioia accettai perché era un motivo in più per vedere e parlare con Sr Franca. Arrivo al momento importante di questo cammino: un giorno, mentre ero al lavoro, venne Sr Pierluigia, allora ragazza che viveva dalle suore, e mi disse che dovevo andare subito perché c’era il Padre Fondatore e mi voleva conoscere. Il padrone non mi volle mandare. Dopo qualche minuto venne un’altra ragazza a chiamarmi, dicendo che il Padre mi stava aspettando; ancora una volta non mi volevano mandare. Allora mi feci coraggio e dissi: “O mi mandate oppure me ne vado per sempre e non ritorno più”. A questa mia decisione mi dissero: “Vai e torna subito”. Arrivai, mi misi in ginocchio vicino al Padre, che era seduto nello studio della superiora Sr Chiara. Mi fece tante domande: se volevo veramente farmi suora, se mi piaceva pregare, mi spiegò l’importanza della preghiera, soprattutto dell’adorazione, mi chiese se avevo un direttore spirituale, ogni quanto tempo mi confessavo e facevo la direzione spirituale, che titolo di studio avevo, se mi piaceva studiare… A questa domanda risposi che non ci tenevo a studiare ma che volevo essere soltanto suora e lui si mise a ridere. Dopo tutte queste domande mi disse che era stato contento di avermi conosciuta e mi mise una mano sulla fronte per benedirmi, quella mano non si staccava più dalla mia fronte. Fu una benedizione speciale che non ho mai dimenticato. Ogni volta che si sentiva con le suore di Nardò, chiedeva sempre: “Che fa la commessa? Ha deciso di partire?” Ecco il momento decisivo della mia vocazione: sono partita la sera del 10 settembre 1962, ho viaggiato tutta la notte con mio fratello Carlo, arrivammo a Villaricca la mattina. La mattina dell’11 settembre dovevo andare a Tricarico, perché il 12 si doveva festeggiare l’onomastico di Madre Maria. Mi trovai vestita con un camice nero e i capelli a trecce. Dopo la festa tornammo a Santa Chiara e iniziai con gioia e serietà l’esperienza del mio cammino di formazione. Il 2 luglio 1964 ho emesso i primi voti e nel 1969 i voti perpetui.
Oggi, 15 novembre 2020, per grazia di Dio mi ritrovo ancora Discepola di Gesù Eucaristico e ringrazio il Signore che nonostante le difficoltà della vita quotidiana, non ho mai avuto dubbi o insicurezza che il Signore mi chiama a vivere la vita consacrata, donandomi con amore. Porto sempre con me le parole del mio direttore spirituale: “Maria, ricordati che chi mette mano all’aratro e volge indietro lo sguardo, non è degno di me”.
Sr Licia Marra DGE