Nel mistero del Natale, accanto a Maria c’è la silenziosa presenza di San Giuseppe, come viene raffigurata in ogni presepe. L’esempio di Maria e di Giuseppe è per tutti noi un invito ad accogliere con totale apertura d’animo Gesù, che per amore si è fatto nostro fratello. Egli viene a portare al mondo il dono della pace.
Nel periodo natalizio ricordiamo l’infanzia di Gesù Bambino. Per crescere nella fede avremmo bisogno di contemplare più spesso Gesù Bambino.
Certo, non conosciamo nulla di questo suo periodo. Le rare indicazioni che possediamo fanno riferimento all’imposizione del nome dopo otto giorni dalla sua nascita e alla presentazione al Tempio (cfr Lc 2,21-28); e inoltre alla visita dei Magi con la conseguente fuga in Egitto (cfr Mt 2,1-23).
Poi, c’è un grande salto fino ai dodici anni, quando con Maria e Giuseppe va in pellegrinaggio a Gerusalemme per la Pasqua, e invece di ritornare con i suoi genitori si ferma nel Tempio a parlare con i dottori della legge. Come si vede, sappiamo poco di Gesù Bambino, ma possiamo imparare molto da Lui se guardiamo alla vita dei bambini.
È una bella abitudine che i genitori, i nonni hanno, quella di guardare ai bambini, cosa fanno.
Contemplando Gesù Bambino, amore umile e infinito, diciamogli semplicemente: “Grazie, perché hai fatto tutto questo per me!
I pastori e i Magi ci insegnano ad alzare lo sguardo verso la stella e a seguire i grandi desideri del nostro cuore. Ci insegnano a non accontentarci di una vita mediocre, del “piccolo cabotaggio”, ma a lasciarci sempre affascinare da ciò che è buono, vero, bello…