Introduzione della Madre Maria Giuseppina Leo
Offriamo, pubblicandole sul nostro sito, alcune testimonianze scritte da Discepole di G. E. che hanno avuto la grazia di conoscere personalmente il Venerabile Raffaello Delle Nocche come Fondatore e Padre e di essere state guidate e formate da Lui, nella certezza che questa condivisione arricchirà tutte, specialmente chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo mentre era in vita.
Anno 2020
Testimonianza di Sr Chiaralba Russo DGE
Partita da Lecce il 17 ottobre 1959 per Tricarico, ho ricevuto la visita delle mie due sorelle e di mio fratello nei giorni di festa tra Capodanno e l’Epifania. Con loro sono andata a trovare il Padre e Lui si è mostrato affettuoso, semplice, e per metterli a loro agio ha chiesto in dialetto leccese “sapete parlare lu rusciaru?”. I ragazzi hanno riso insieme a Lui e il colloquio è stato più facile. Usciti fuori dall’Episcopio, si è manifestata con me la loro meraviglia perché non potevano credere che un Vescovo si comportasse come un qualunque sacerdote; questo perché a Lecce il Vescovo lo si vedeva solo nelle Celebrazioni solenni e non certo per parlare con confidenza e scherzando. Questo era, invece, lo stile del nostro amato Padre Fondatore: trattava tutti con semplicità e senza pompa, mettendo tutti nelle condizioni di sentirlo padre ed aprire il proprio cuore. Nel tempo che sono stata a Tricarico, dove anche insegnavo, vedevo che le convittrici, a turno, andavano da Lui per confessarsi ed alcune lo avevano come guida spirituale. Ho subito compreso che Lui curava ogni anima, perché unisse alla crescita umana anche quella dello spirito. Rimasi sola in gennaio come Postulante, mentre le altre partivano per i due noviziati di Marano e Tricarico S. Antonio, io rimanevo per completare l’anno d’insegnamento. Lui disse alla Superiora Sr Maria Antonietta, che andava tre volte la settimana alla celebrazione della Messa nella Cappella dell’Episcopio, di portarmi con lei; così io ho potuto godere, da gennaio a giugno, di questo dono e soprattutto delle Sue parole prima di tornare a S. Chiara, anche se non ricordo tutto quello che mi diceva ogni mattina quando lo salutavo, ma mi raccomandava di pregare per Lui perché aveva tanti dolori. I ricordi particolari sono pochi: Una volta che comunicavo a Lui di non ricevere nessuna formazione per il mio Postulato, ma solo una meditazione in più sul Coro con le Suore, ma sempre per conto proprio, mi disse di non preoccuparmi, in noviziato avrei ricevuto tutto quello che serviva per essere pronta alla prima Professione. In un altro momento sentivo il disagio di vivere quel tempo di formazione con tante ragazze più piccole (quell’anno avevano fatto entrare a S. Chiara anche le aspiranti più piccole, che prima erano a Mugnano), e vedevo delle piccinerie che mi facevano perdere del tempo. Lui mi rispose senza entrare nel merito: “Rita perché si trova qui? per farsi santa, quindi guarda la meta, non le cose della terra che passano”. Questa frase non l’ho mai dimenticata e mi ha aiutato in tutti i momenti della mia vita, nei quali la natura mi portava a guardare le cose transitorie. L’ultima volta che ho parlato personalmente con il Padre è stato il giorno che dovevo partire per Marano, per iniziare il noviziato. Il Padre stava molto male ed ho avuto solo io il permesso di entrare nella sua camera da letto e non la Suora che doveva accompagnarmi durante il viaggio, perché doveva darmi un messaggio per le sorelle che, come me, dovevano entrare in noviziato. Sono entrata nella sua camera accompagnata da Sr Carla Schilardi; il Padre non era nel suo letto, ma steso su di una brandina accanto al letto, con le gambe rannicchiate, e mi disse: ”Figliuola, prega per il Padre, perché forti sono i dolori: devi dire alle Postulanti e Novizie che devono fare l’Esame Canonico, che questa volta non posso essere io, ma la persona che verrà è degna della più grande stima e loro devono essere sincere, come se fossi io presente”. Dopo mi benedisse ed io partii e nello stesso pomeriggio feci l’Esame Canonico con Mons. Antonio Zama, non ancora Vescovo. Ho rivisto il Padre a Tricarico per la Professione unificata dei due noviziati. Lo andammo a salutare in Episcopio, Lui era seduto su una poltrona girevole verde e facemmo con Lui la foto ricordo, poi ci benedisse. Mi dispiacque sapere che la nostra foto di novizie era uscita bruciata e quindi mi manca questo ricordo, ma rimangono le sue parole che porto nel mio cuore con la sua figura paterna e luminosa per santità, parole che hanno accompagnato il mio cammino e sempre lo faranno sino all’ultimo giorno della mia vita.